Siamo in un momento storico dove le parole riorganizzare, accorpare e centralizzare i servizi, sono il fulcro di ogni discussione e confronto; questi “verbi”, così tanto sentiti hanno tra di loro un fine comune e cioè quello di mantenere i servizi territoriali funzionali, operativi, capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini e in questo scenario rientra anche la sanità.
Quando si discute e si affronta il tema della sanità gli attori principali coinvolti siamo noi, i cittadini italiani; noi tutti, dobbiamo essere ORGOGLIOSI E FIERI DEL NOSTRO Servizio sanitario nazionale; secondo la valutazione dell’Oms, il nostro SSN è uno dei più qualificati del mondo è quindi importante apprezzarne il suo valore, ribadendo ad alta voce che il diritto alla sanità non si può e non si deve toccare, le cure devono continuare ad essere garantite da risorse pubbliche; di qui l’impegno concreto di tutti, politici, tecnici e cittadini per mantenere sostenibile ed efficace questo sistema su tutto il territorio nazionale. Da qui bisogna partire e fare le politiche giuste che diano risposte ai bisogni dei cittadini.
La spesa sanitaria in Italia, è al di sotto dei Paesi Europei, secondo Oms, secondo l’Ue e secondo l’Ocse, l’Italia è uno dei paesi che spende meno in politiche della salute, anche se, recentemente il nostro ministro Saccomanni ha sostenuto che “ridurre la spesa pubblica è possibile specialmente nel settore della sanità”. I famosi i tagli della spesa pubblica, legati al decreto Balduzzi, se fatti in maniera orizzontale provocheranno ferite alle sanità virtuose è ed qui che occorre convogliare una nuova visione di razionalizzazione delle spese, iniziando a controllare e monitorare non solo il parametro spesa, ma valutare quali sono i risultati che si ottengono con le risorse in possesso; in questo modo si avrà un razionalizzazione delle spese e un miglioramento della qualità dei servizi.
La nostra regione è un’eccellenza Nazionale, questo grazie a politiche regionali e territoriale che nel tempo hanno saputo investire le risorse, nel cercare di riorganizzare, strutturare, centralizzare e ampliare l’offerta dei servizi al cittadino ed investendo su prevenzione e territorio.
Questo lo dico perché sono certa che le scelte che si verranno ad effettuare saranno basate si su dati oggettivi ma anche tenendo saldo il discorso delle esigenze dei cittadini in base ai bisogni assistenziali su ogni territorio, puntando sulle potenzialità di ogni presidio ospedaliero.
Il 1 Gennaio 2014 avrà avvio l’Area Vasta Romagna; i mesi che precedono la sua nascita saranno decisivi per gli eventuali scenari futuri, si apriranno i tavoli di lavoro composti da tecnici e politici che avranno la finalità di riorganizzare i servizi territoriali ed ospedalieri, mantenendo il criterio di equità e razionalità, ponendo il cittadino come protagonista!
La nostra Ausl ha cercato negli anni di razionalizzare attraverso politiche di risparmio le spese, una scelta vincente è stata la politica del farmaco attraverso l’apertura delle farmacie all’interno di tutti i presidi ospedalieri, e dall’altro lato ha differenziato ogni presidio rendendolo per caratteristiche di offerta l’uno diverso dall’altro: questa LA STRADA GIUSTA SULLA QUALE PROSEGUIRE.
Il nostro presidio OSPEDALIERO, possiede alcune caratteristiche, sia territoriali, sia funzionali che lo differenziano: è un ospedale di prossimità, risponde al bisogno di cura e di assistenza di un ampio territorio, pensiamo alla Valconca e alle vicine Marche, si colloca, per posizione geografica, in una località turistica comportando un raddoppiamento della popolazione durante il periodo estivo. Il nostro ospedale risponde pienamente a tutti quei bisogni assistenziali di base vicini al cittadino.
Non entro nel merito di ogni singola Unità Operativa presente nel nostro presidio ospedaliero, non ne ho le giuste competenze, ci tengo solo ad esprimere il mio pensiero: se da un lato appoggio quelle scelte che porteranno ad un centralizzazione di alcuni servizi ospedalieri specialistici tenendo conto delle eccellenze sul nostro territorio sanitario di tutta l’Area Vasta Unica, dall’altro credo sia opportuno mantenere quei servizi di assistenza di base indispensabili per rispondere ai bisogno di cura ed assistenza dei cittadini nei territori periferici. Il decorso di alcune patologie è composto da un fase di acuzie seguita da una fase di cronicità, è in questa seconda fase che il supporto al paziente e alla famiglia è indispensabile, ”sentirsi Soli e senza appoggio” è una sensazione che spesso provoca un dolore più intenso della malattia stessa.
Un ultimo ragionamento riguarda la Case della salute, definita come un modello di sanità virtuosa e più vicina al cittadino, essa risponderebbe al criterio di aggregazione delle cure primarie capaci di erogare assistenza medica ed infermieristica, nell’ottica di sorveglianza dei pazienti fragili o con patologie croniche in modo da prevenire le fasi acute e i ricoveri.
Lavoriamo insieme per il bene comune, lavoriamo insieme per il futuro dei nostri figli.
Consigliere Comunale PD
Carlotta Ruggeri